La nostra storia inizia nel 1921 con l’Istituto superiore per il Commercio…
L’istruzione dei giovani marsalesi, nel periodo borbonico, era affidata agli ordini religiosi, in modo particolare ai Gesuiti.(La chiesa e il monastero della Compagnia di Gesù sono ancora esistenti e si trovano ubicati nel centro storico).
Dopo l’Unità d’Italia si ebbero dei significativi cambiamenti. Marsala nel 1861 aveva 33.148 abitanti. La pubblica amministrazione cominciò ad occuparsi dell’alfabetizzazione dei giovani investendo la somma di L. 15.000 nella realizzazione di una Scuola Tecnica Comunale per la quale furono erogati contributi anche da parte dello Stato. A. S. Costa cita testualmente…”era in funzione a Marsala, dal 1865-66, sotto la direzione del cavalier professor Massimo Fabi, una scuola tecnica,… divenuta regia nel 1885-86 e, qualche anno dopo, intitolata a Mario Nuccio”. La sede era l’ex Monastero di Santo Stefano. Divenuta regia (ossia statale) assunse la denominazione di Scuola Tecnica Governativa, successivamente cambiata in Scuola Media di Commercio. Il proseguimento degli studi, nel Corso Superiore, si svolgeva a Trapani fino al 1921.
A partire dal 07/11/1921 gli studenti marsalesi intenzionati a proseguire gli studi, ebbero la possibilità di frequentare il Corso superiore a Marsala, presso l’Istituto Medio di Commercio privato, finanziato dal Comune; tutti gli esami conclusivi venivano svolti a Palermo. Dal 1924 la scuola assunse la denominazione di “Istituto Commerciale Comunale” . Il Regolamento del 16/03/1924 stabilì che l’insegnamento nell’Istruzione Media Commerciale “non dovrà impartirsi in quattro, ma in cinque anni di corso”; si istituì pertanto, dopo i tre anni della Scuola Media di Commercio, un anno di “Corso preparatorio”, prima dei quattro anni dell’Istituto Commerciale. A decorrere dal 13/11/1925 la scuola fu dichiarata sede d’esame e, tra gli anni 1920- 1930, fu attivo un solo corso superiore con quattro classi, con una media di 14-18 alunni per classe.
L’Istituto venne “pareggiato” con il regio decreto del 24 agosto 1933,assumendo la denominazione di Istituto Tecnico Commerciale Pareggiato “ Principe di Piemonte” . Negli anni successivi fu insistentemente chiesta la “regificazione” che però non avverrà mai. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, a decorrere dal 1° ottobre 1946, fu concessa dal Presidente della Repubblica la statizzazione e la scuola,con Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 1949, divenne Istituto Tecnico Commerciale Statale ad indirizzo mercantile.
Se negli anni ’40 era stato attivato un solo corso superiore con quattro classi ed una media di 20-25 alunni per classe,già negli anni ’50 vi erano due corsi superiori con otto classi e negli anni ’60 si passò da 15 classi a 25 classi. Nel 1961, con delibera del Collegio dei Docenti, si ha l’intitolazione dell’Istituto a Giuseppe Garibaldi. Nel 1962, con l’istituzione della Nuova Scuola Media, il corso di studi negli Istituti Tecnici fu articolato in cinque anni, suddivisi in un biennio ed un triennio.
A seguito delle migliori condizioni economiche, dell’aumento demografico e di una politica scolastica (a livello nazionale) intesa a valorizzare la formazione di tutti i cittadini,negli anni successivi si registrò un aumento continuo della popolazione scolastica. L’Istituto assunse un ruolo rilevante a livello provinciale con la realizzazione delle sedi distaccate a Mazara del Vallo, dal 1971 al 1976, e, dal 1985 al 1995, a Pantelleria. Negli anni ’80 il numero delle classi oscillò da 40 a 45. Il picco delle iscrizioni si registrò nell’anno scolastico 1990-91, con quasi 1300 alunni, per poi avere – negli anni successivi – un andamento altalenante, dovuto a motivazioni diverse, in particolare: l’autonomia concessa alla sede distaccata a Pantelleria; il sorgere di nuove scuole nella città; una sensibile diminuzione degli alunni, conseguenza del calo delle nascite negli anni precedenti.
Attualmente l’Istituto conta 779 alunni, frequentanti i plessi di via Fici e via Trapani (sede centrale). Ed è proiettato ad accogliere e formare le nuove generazioni.